Villacidro, scoppia emergenza peste suina

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La notizia di una possibile epidemia nel territorio villacidrese è circolata nella tarda serata di ieri ma solo questa mattina si è avuta la preoccupante conferma.

Una piaga, quella della peste suina, che ha flagellato l’isola e messo in ginocchio molte aziende del comparto suinicolo. Questa volta tocca a Villacidro e le proporzioni del danno economico sembrano destinate ad essere molto elevate: nella zona abbiamo una delle più grosse aziende di allevamento di suini della Sardegna.
Il focolaio della terribile malattia è stato trovato in alcuni capi nell’azienda di proprietà di Dario Vacca, in località Soddu de Pani e per questi è stata avviata immediatamente la profilassi per evitare la diffusione dell’agente patogeno con l’ordinanza del Sindaco di Villacidro, Teresa Pani. Con il supporto del Corpo Forestale e della Polizia Locale di Villacidro sono stati abbattuti gli otto capi dell’allevamento coinvolto, con la distruzione delle carcasse e la disinfezione di tutte le attrezzatura e mezzi venuti a contato dell’allevamento. Una prassi ormai consueta per evitare il contagio tra animali dell’azienda e di altre limitrofe.

Già in passato ci siamo occupati di questo problema e più in generale dell’attività di allevamento allo stato brado dei suini:

ALLEVAMENTO MAIALI IN MONTAGNA: INDAGA LA PROCURA. PANI E MUSCAS EVITANO LA TELECAMERA
ALLEVATORI SUINI MULTATI, L’ASSESSORE MUSCAS: “LA FORESTALE HA FATTO IL SUO DOVERE”

Villacidro.info

3 COMMENTI

  1. La normativa italiana e regionale recepisce le DIRETTIVA 2001/89/CE DEL CONSIGLIO del 23 ottobre 2001,
    relativa a misure comunitarie di lotta contro la peste suina classica, che all’art 9, comma 1 dice testualmente:

    Non appena la diagnosi della peste suina classica nei suini di
    un’azienda è ufficialmente confermata, l’autorità competente crea, intorno
    alla zona colpita dal focolaio, una zona di protezione con un
    raggio di almeno 3 km, inserita in una zona di sorveglianza con un
    raggio di almeno 10 km.
    In tali zone vengono applicate rispettivamente le misure di cui agli
    articoli 10 e 11. (movimentazione animali ecc.)

    L’adozione di tali misure è necessaria poiché la peste suina africana è una malattia virale altamente contagiosa, che si propaga con molta facilità. Pare che la diffusione sia iniziata nel 1930 nel Kenia con il passaggio dai suini selvatici a quelli domestici e che questa giunse In Europa nel 1957 (Portogallo).atraverso rifiuti alimentari provenienti da aerei di linea. Giunse in Italia nel 1967. Mentre nel resto dell’Europa è stata eradicata agli inizi degli anni 90, questa permane ancora in Sardegna perché non si è mai fatta una vera politica di prevenzione e c’è stata un’eccessiva tolleranza del pascolo brado.
    E’ inutile che mi ripeta con argomentazioni, che riguardano anche la gestione più generale del territorio, esposte alla nausea ed in modo ridondante in altri forum e mi dispiace che si sia fatto finta che il problema non esistesse e si siano volute giustificare e salvaguardare quelle forme di allevamento che il mondo scientifico ha chiaramente identificato da tempo come principale ostacolo all’eradicazione della malattia.

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