La Scuola Civica di Musica chiude l’anno con tre appuntamenti

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La Scuola Civica di Musica chiude l’anno con tre importanti appuntamenti.

“La Scuola Civica di Musica di Villacidro – spiega Nino Orrù – si avvia anche quest’anno a concludere le sue attività didattiche mantenendo intatte le sue caratteristiche di solida realtà che opera in seno alla Comunità con efficacia e professionalità pari alla discrezione con cui assolve ai suoi compiti. In quest’ottica, come da qualche tempo si ripete, propone dei momenti d’incontro legati non solo alla dimensione strettamente musicale, ma che abbracciano ambiti più ampi della realtà culturale in cui viviamo. Quest’anno si è voluto concentrare l’attenzione su tre date fondamentali della storia d’Italia: 25 aprile, 1° maggio e 24 maggio”.

“Nel primo appuntamento, all’Auditorium Santa Barbara, – prosegue Nino Orrù – verrà ricordato il giorno della Liberazione attraverso una serie di documenti sonori e filmati, accompagnati da brevi presentazioni, tendenti a ricordare i momenti salienti di una pagina drammatica della storia d’Italia nella quale si sono posti i presupposti per una rinascita del popolo italiano e il riscatto della dignità della nazione. Nel secondo appuntamento la festa del Lavoro assumerà una veste più popolare e tradizionale con la musica dell’organetto e di altri strumenti della tradizione sarda a cura dei docenti e degli allievi del scuola civica. La manifestazione si terrà in piazza Zampillo e presso il Mulino Cadoni.  Il terzo incontro è dedicato al centenario dell’entrata in guerra dell’Italia in occasione del Primo conflitto Mondiale. Si tratta di un piccolo Recital di canzoni e letture sul tema a cura della docente, nonché autrice e cantante, Anna Steri e della lettrice Antonia Iaccarino. Anche questo evento è previsto presso L’Auditorium Santa Barbara. Gli eventi sono curati dal Presidente della Scuola Nino Orrù e dal suo Direttore Boris Smocovich”.

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1 COMMENTO

  1. Il Primo maggio non dovrebbe essere una festa perchè non nasce come tale. Nasce per ricordare le durissime battaglie sindacali in favore delle 8 ore lavorative e dei diritti dei lavoratori. Ovviamente questa memoria è stata sepolta dalla “festa” perchè non sia mai che la gente sappia da dove vengono i loro diritti. Se non lo sapete ve lo dico io: vengono dal sangue dei lavoratori del passato…sangue che fu fatto versare da quelle stesse istituzioni che oggi fanno finta di festeggiarli.

    La celebrazione dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale e i milioni di morti conseguenti, è un’altra vergogna – vuoi per ignoranza, vuoi per malafede – che le istituzioni ipocritamente propinano alle masse per rimbecillirle col culto della patria.

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