Clamoroso caso Keller: il tribunale licenzia, l’azienda reintegra

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È un mondo al rovescio quello Keller: in un Paese, l’Italia, in cui, sono i tribunali ad imporre il reintegro dei dipendenti licenziati, alla Keller accade esattamente il contrario. Si fanno sempre più pressanti le voci di un imminente intervento della Magistratura.

I FATTI Il tribunale di Cagliari, con sentenza del 5 agosto 2014, ha intimato i licenziamenti in conseguenza dell’“accertata impossibilità di ricorrere, legittimamente, a ulteriori interventi pubblici di sostegno all’occupazione” e “necessitata dalle esigenze di tutela del ceto creditorio”. In parole povere, la Keller non ha possibilità di ripresa, vista la situazione debitoria molto compromessa e gli impianti obsoleti, quindi proseguire con gli aiuti agli (ex?)eperai diventerebbe un ulteriore sperpero di denaro pubblico. Ma il Commissario giudiziale, l’avv. Maione, contravvenendo a quanto disposto dal tribunale, e con l’avvallo della commissariata Provincia del Medio Campidano, ha di fatto cancellato i licenziamenti e reintegrato i dipendenti ai quali, pertanto, la società dovrebbe erogare stipendio e contributi.

PASTICCIO Il pasticcio sarebbe cominciato dal ricorso presentato dai rappresentanti sindacali territoriali per l’ottenimento del commissariamento straordinario e dalla loro successiva contestazione alla sentenza del Tribunale sui licenziamenti. Ritenendoli illegittimi, e con l’accordo dell’azienda, hanno predisposto una sorta di conciliazione con la quale i dipendenti firmatari, previa rinuncia ad ogni rivendicazione e ogni forma di tutela e di sussidio, chiedevano la proroga del licenziamento per il tempo necessario a giungere fino alla successiva sentenza del tribunale. Sentendosi legittimato da questa iniziativa il commissario ha quindi proceduto per la modifica dello status di tutti i lavoratori, inclusi i non firmatari.

SORPRESA Grande è stata la sorpresa dei non firmatari recatisi ai Centri di Servizio per il Lavoro (CSL) dove hanno scoperto che erano, non più disoccupati, ma reintegrati in Keller. All’INPS, addirittura, potrebbe risultare mendace la dichiarazione inviata immediatamente dopo il licenziamento.

INTRAPPOLATI Dunque, tutti i dipendenti non ancora ufficialmente licenziati non possono godere di nessuna forma di sussidio e agevolazione, non possono essere assunti da nessun’altra azienda o avviare attività propria, non sanno cosa potrebbe capitar loro in caso di incidente o malattia e, paradossalmente, dovrebbero ricevere stipendi e contributi dalla Keller, che, alla luce dei quasi 100 milioni di euro di debito accumulati e dello stato di insolvenza dichiarato dal tribunale, non si capisce come possa retribuirli.

ANOMALIA A parte la beffa per chi ha deciso diversamente, per chi invece ha conciliato, il normale prosieguo dell’azione sindacale dovrebbe essere la richiesta di annullamento dei licenziamenti. Richiesta da presentare entro 60 giorni dalla data di comunicazione dei licenziamenti, ma di cui ad oggi, quando di giorni ne sono trascorsi quasi 80, non si ha notizia alcuna. Quindi, di fatto, i licenziamenti restano in vigore ma con i dipendenti privi di tutela alcuna.

RESPONSABILITÀ Qual è allora la strategia adottata dai sindacalisti e come intendono sanare questa incresciosa anomalia conseguenza anche della loro azione e dei loro accordi con l’azienda? Quali sono il ruolo e le responsabilità della Provincia che grazie alla sua determina dell’Area Lavoro n° 186 del 09-09-2014 ha di fatto avvallato le azioni della Keller? È molto difficile capire cosa si nasconda dietro questa vicenda che si protrae da anni e che sta trascinando nel limbo centinaia di persone, la maggior parte delle quali inconsapevoli. A questo punto sarebbe forse il caso che la magistratura iniziasse ad interessarsene.

1 COMMENTO

  1. La responsabilità potrebbe essere dello Studio Legale che ha assistito la procedura di concordato preventivo che ha attivato la procedura di mobilità. La procedura di mobilità conteneva un vizio e il Commissario Giudiziale è corso ai ripari. E’ interessante rilevare, nel caso del Concordato Keller, come negli altri pendenti presso il Tribunale Fallimentare di Cagliari, che le procedure, di fatto, non possono avere seguito a causa dei costi altissimi, pagati in prededuzione, dei professionisti, Estensori, Attestatori, Commissari, Periti (Commercialisti, ingegneri ed avvocati). I giornalisti dovrebbero pubblicare i compensi liquidati ai Commissari Giudiziali del concordato Keller, ma anche degli altri Concordati pendenti, compensi sproporzionati rispetto a quelli che vengono comunemente pagati dagli imprenditori in bonis, per dare una doverosa informazione su come vengono realmente utilizzati i soldi dei creditori delle aziende decotte.

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