Camionisti: una categoria sfruttata. Di chi sono le responsabilità?

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Il tassello principale su cui puntare il dito, potrebbero essere proprio i committenti, i quali non pagherebbero adeguatamente i trasporti. I numeri sono impressionanti, ben il 37 % degli incidenti avvenuti sulle strade italiane, vedono coinvolti mezzi pesanti, e di questi incidenti i due terzi sono tamponamenti, causati dall’eccesso di velocità, dal carico eccessivo o da colpi di sonno. Quasi 300 i morti nel solo 2010.

Perché accade tutto questo e di chi sono le responsabilità?

Una buona parte di autisti, purtroppo, in condizioni di pesante sfruttamento, di vera e propria schiavitù, portano su e giù per l’Italia merci di ogni tipo. La scusa addotta è, come al solito, la crisi economica che, per carità esiste, ma da sola non giustifica assolutamente le condizioni inumane di questi lavoratori. Ci sono autisti che lavorano anche per meno di mille euro al mese e che grazie a trucchi vari, riescono a guidare anche 14/16 ore al giorno, tutti i giorni: sono delle vere e proprie bombe ad orologeria sulle nostre strade.

Avete più visto mezzi con due autisti a bordo, come succedeva una volta, che si alternano alla guida? Il problema è grave e necessita di decisioni ed interventi seri, di una normativa che non presti il fianco a trucchi e raggiri e di controlli efficaci e tempestivi. Sia chiaro che molto dipende dalla crisi e dalla conseguente devastante concorrenza sorta tra le varie aziende di autotrasporto per accaparrarsi le poche commesse, ma non è possibile scaricare unicamente sugli autisti e sulla loro sicurezza questi problemi. Ne va della loro vita ma anche dell’incolumità di tutti gli automobilisti. L’intreccio di molti fattori, dalla sempre maggiore frammentazione delle aziende di autotrasporto, che ha portato il parco mezzi delle stesse a ridursi sempre di più, ha fatto precipitare il prezzo ed il conseguente guadagno di questo lavoro. E tutto a danno dell’anello più debole, gli autisti appunto, e conseguentemente della sicurezza sulle strade.

Un capitolo a parte merita la responsabilità dei committenti che, approfittando delle difficoltà dei trasportatori, chiedono spesso condizioni di prezzo ma anche e soprattutto di tempi di consegna, che sono causa prima delle irregolarità: se si chiede ad una ditta di caricare delle merci ed effettuarne poi la consegna in un tempo tanto stretto da non rendere possibile il rispetto dei limiti di velocità, né di quelli delle ore di guida, questa per non perdere la preziosa commessa imporrà al dipendente autista di correre e non fermarsi. Accade spesso che sui contratti scritti tra il cliente e le ditte di trasporto sono specificati tempi di carico e scarico regolari che consentirebbero il rispetto delle regole. Ma questo è quello scritto. A voce ci viene detto altro. E se non si rispetta quel che dicono, si va a casa.

Bisognerebbe verificare, attraverso le autorità preposte quali Polizia Stradale, Guardia di Finanza e Ispettorato del Lavoro, le condizioni in cui versano certe ditte di trasporto senza scrupoli, ma anche committenti non curanti della vita altrui, i quali pretendono sempre più un trasporto a prezzi che a mala pena riescono a coprire il costo del carburante e dell’autista. Le verifiche sarebbero molto semplici, basterebbe controllare i dati dei dischetti del cronotachigrafo e confrontarli con gli orari inseriti nelle buste paga: ci potremmo trovare di fronte a delle amare sorprese.

In ultima analisi, se non si pone mano alle norme del codice che regolano le modalità di trasporto, con studi di settore precisi, e con controlli rigorosi, puntuali ed efficaci, con una distribuzione delle responsabilità su tutta la filiera, saremo destinati a continuare a vedere gravi incidenti con morti e feriti, che potrebbero tranquillamente essere evitati.

Villacidro.info – 26 ottobre 2012

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