Da oltre due anni, in periferia, una fogna a cielo aperto

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Il pedone che per caso o per necessità si trova a percorrere la via Nazionale, all’uscita da Villacidro, giunto in località Is Begas, subito dopo la via XXV Aprile, sentirà il suo olfatto assalito da una formidabile puzza sulla cui origine non avrà dubbi poiché subito gli viene in mente quel che, eufemisticamente, si definisce “quel che va a finire nel cesso”: la cacca, appunto.

Giunto infatti nei pressi di una gora che scorre dove è stato recentemente costruito un tratto di marciapiede con relativa ringhiera e affacciatosi ad osservarne il contenuto, un lercio spettacolo si offre agli occhi increduli del viandante mentre sente contemporaneamente salirgli dallo stomaco un conato di vomito: un torrentaccio di liquame maleodorante scorre infatti fin sotto la via Nazionale, l’attraversa per poi perdersi nella valle sottostante.

Un concittadino, già due anni fa, segnalò questa cloaca a cielo aperto che scorreva nella più totale indifferenza. Ma non ebbi l’opportunità di andare subito a verificare e così la faccenda uscì dalla mia attenzione, fino a quando alcuni giorni fa, la stessa persona mi ha ricordato l’esistenza di quel lercio ruscello, rinnovandomi l’invito di andarlo a visitare. Così, domenica 2 settembre, alle 9 del mattino mi avvio lungo la via Nazionale. Superata la falegnameria Murgia, mi rendo subito conto di essere arrivato alla “terra promessa”: una forte puzza aleggiava nell’aria infatti ben prima di giungere sul posto. Arrivo sul ponte che attraversa la famigerata gora e l’indegno spettacolo si para davanti ai miei occhi: un lercio rigagnolo dal colore indefinito (ma identificabile con quello delle feci) scorreva con moderata velocità, segno che la materia prima abbondava. Ubbidendo a un’inveterata abitudine (vedere per capire), decido di risalire il percorso per capire da dove avesse origine.

Così, lascio la strada asfaltata e mi porto alle sponde dell’immondo rigagnolo, dove ho l’opportunità di scattare diverse fotografie. Decido di proseguire: voglio capire da dove ha origine l’infame liquame. Con una certa difficoltà risalgo il corso del fiumiciattolo a volte costeggiandolo, altre volte discostandomene per via dei folti rovi che ne costellano le sponde. Dopo aver percorso 600-700 metri mi rendo conto di non sentire correre il liquame. Mi avvicino al greto e vedo che è asciutto. Evidentemente avevo superato la “sorgente” senza accorgermene. Ripercorro a ritroso il cammino già fatto e scopro allora l’origine di quella polluzione fognacea: a ovest della falegnameria scaturiva, evidentemente da una rete fognaria andata in rovina, l’immondo torrente che, per caduta, si immetteva nella gora e scorreva verso la pianura.

Gian Paolo Marcialis

Villacidro.info – 12 settembre 2012

6 COMMENTI

  1. Che lerciume !!! Chi dovrebbe controllare cara Givanna, si chiude gli occhi ed anche il naso(in questo caso a maggior ragione) a meno che qualcuno non faccia una bella denuncia ! Complimenti comunque alle nostre amministrazioni!

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