PD e il Galsi: cronaca di un tubo di cui non si conosce un tubo.

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Un nostro lettore, Franco Scano, ci ha inviato un articolo sulla riunione organizzata dal Partito Democratico il 9 Gennaio a Villacidro presso il Salone Farigu, in cui si è discusso del GALSI.

Si aprono i lavori dell’assemblea con una presentazione del progetto Galsi da parte del signor Sisinnio Orrù. Che cos’è il Galsi, che cos’è il metano, che cosa sono i combustibili fossili. Il signor Orrù conclude la sua breve panoramica sul progetto scordando di ringraziare wikipedia.

Prende la parola il senatore Francesco Sanna che illustra il progetto in maniera più particolareggiata partendo dagli albori dell’idea di metanizzazione della Regione Sardegna. Una filippica di circa 40 minuti sulla bontà economica, sociale, imprenditoriale del gasdotto che finalmente porterà il metano nelle case dei sardi.

Il senatore sottolinea che il capitale investito è privato, con una piccola partecipazione della Regione Sardegna attraverso la Sfirs.

Ma vediamo nello specifico queste società che ci porteranno il gas nelle nostre case.

Dal sito della Galsi, i soci:

Sonatrach 41,6%. Sonatrach è la compagnia di stato algerina per la ricerca, lo sfruttamento, il trasporto, la trasformazione e la commercializzazione di idrocarburi e derivati. E’ la 12° compagnia petrolifera mondiale, il 2° esportatore di GNL e GPL nel mondo ed il 3° per il gas naturale. Doveroso inciso: la Sonatrach è indagata per corruzione internazionale per un contratto da 580 milioni di dollari, siglato con l’italiana Saipem, un altro con il gruppo tedesco Contel Funkwerk Plettac da 142 milioni di dollari, e un terzo per il restauro della sede della direzione generale, da oltre cento di milioni di dollari, con l’americana Ccic. Anche i giudici di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro hanno aperto un fascicolo con l’ipotesi di corruzione internazionale. Travolti da questo scandalo sia il presidente Mohamed Meziane che altri 15 dirigenti della società algerina si dimettono.

Edison 20,08%. Fondata nel 1883, Edison è la più antica società europea nel settore dell’energia ed oggi uno dei principali operatori italiani, attivo dall’approvvigionamento alla produzione e vendita di energia elettrica e gas. Negli idrocarburi, Edison ha una presenza integrata nella filiera del gas naturale, con una quota di mercato del 16%.

Piccolo inciso: una puntata di Report del 31/10/2010 ne denuncia l’attività inquinante sulla piattaforma Vega, la procura di Modica indaga sulla stessa.

Enel Produzione 15,6%.

Sfirs 11,6%.

Gruppo Hera 10,4%. Nata nel 2002 dall’unione di dodici aziende di servizi pubblici dell’Emilia Romagna Hera è oggi la terza multiutility italiana nel business del gas con 2.409 milioni di metri cubi di gas venduto e l’ottavo operatore italiano nel business Energia Elettrica in termini di energia elettrica venduta (3.133 GWh).

In questo caso la multiservizi dei comuni emiliani (molto ben vista dal PD) è indagata dal tribunale di Forlì per smaltimento illecito di rifiuti tossici nel depuratore di Forlì, e non disdegna i rapporti stretti con la famiglia Cosentino.

Insomma, mi chiedo: sono questi i galantuomini che vogliono portare il metano nelle nostre case?

Il senatore Francesco Sanna conclude il suo intervento fra scroscianti applausi, e prende la parola l’assessore all’ambiente Adriano Muscas. Il suo è un intervento accorato, con voce ferma racconta all’attenta platea che l’impatto ambientale del passaggio Galsi non è di tipo permanente. Anzi, tutto verrà rimesso a posto dalla stessa Galsi a lavori di passaggio del tubo ultimati. Sfoglia veloce i fogli A4 con i suoi appunti. Il volto illuminato alla parola posidonia. La posidonia è un’alga (..sicuro sia un’alga assessore Muscas?) che a lavori ultimati verrà ripristinata.

Doveroso inciso: i trapianti di posidoina hanno una percentuale di successo basso e solo in particolari condizioni ambientali. Greenpeace conduce da anni una battaglia contro questo scempio, come ad esempio quello avvenuto a Santa Marinella.

L’assessore Adriano Muscas termina il proprio intervento e sembra sollevato e felice, come un bambino che a scuola tira un sospiro di sollievo dopo un’interrogazione andata bene.

Michele Cuccui, segretario del PD a Villacidro apre l’assemblea al dibattito pubblico. Si susseguono alcuni interventi fra i quali quelli di: Antonio Muscas, Claudia Aru e Maria Giovanna Deiana. Gli interventi esprimono dubbi e perplessità sul gasdotto. Ad ogni intervento c’è un mormorio di sottofondo dei presenti. Al tavolo dei relatori il sindaco Maria Teresa Pani chiacchiera con i suoi vicini di sedia ed esprime con evidente mimica facciale il proprio dissenso. Nella prima fila invece siedono gli stati maggiori di partito (Siro Marroccu, Giorgio Danza) abbandonano il religioso silenzio e iniziano a giochicchiare con i telefonini manifestando anche in questo caso evidente fastidio o quantomeno disinteresse. Le domande ai relatori, i dubbi e le perplessità si perdono fra gli applausi liberatori.

Ultimo in lista a prendere la parola è il presidente della provincia del Sulcis, Tore Cherchi. Sorride, ci dice che siamo l’unica regione in Italia che non ha il metano e ci ricorda la pubblicità “..il metano ti dà una mano”. In parte mi ricorda il parlamentare leghista che per sostenere e avvalorare la Padania fece riferimento al Grana Padano.

L’assemblea è finita: applausi, strette di mano, baci e abbracci.

Dal sito della Galsi leggo e sottolineo: GASDOTTO ALGERIA ~ ITALIA VIA SARDEGNA.

Sì, proprio VIA Sardegna. E’ un’opera che avrà un costo di circa 3,5 miliardi di euro che vede la costruzione di un gasdotto che sventrerà la nostra terra da Porto Botte a Olbia per 272 km. Il diametro del tubo è di 120 cm la fascia di rispetto imposta dalla legge Bersani è di 100 metri a destra e sinistra. Non si avrà un vero e proprio esproprio delle terre attraversate dal Galsi, ma una servitù di passaggio (tradotto in parole povere: le stesse terre espropriate verranno pagate agli espropriati molto meno rispetto ad un esproprio vero e proprio). Il progetto Galsi non contempla la predisposizione delle reti di allaccio per fornire il metano ai diversi comuni. Chi si occuperà della realizzazione delle diverse reti di allaccio il cui costo è stato stimato in circa 4 miliardi di euro? Ogni 7 km di tracciato è necessaria una stazione di decompressione, con nuovo esproprio di terreno. Le perplessità sono tante, non per ultima quella proveniente dalla stessa Algeria dove si stima che le riserve di metano si esauriranno in circa 15/20 anni. E poi? Il percorso non è reversibile, quindi allo stato attuale del progetto se l’Algeria chiudesse il rubinetto la Regione Sardegna non potrebbe ricevere metano allacciandosi alla rete nazionale.

La mia impressione è che in questo tubo il metano non passerà mai, ai posteri l’ardua sentenza.

Franco Scano

Villacidro.info – 13 gennaio 2011

26 COMMENTI

  1. Preso atto che anche Franco Scano è contrario alla metanizzazione della Sardegna, vorrei precisare una cosa: alla riunione è stato detto che il percorso del metano è bidirezionale, pertanto non arrivando più quello algerino, potrebbe arrivare quello dalla penisola. Ancora una cosa, anche il petrolio è destinato all’esaurimento, malgrado ciò le fabbriche automibilistiche continuano a costruire auto alimentate a benzina-gasolio, in attesa che quelle alimentate ad energia alternativa diventino più convenienti.
    Un saluto.

      • Vero in parte….il 22 dicembre la conferenza di servizi ha dato il via al Galsi. Volenti o nolenti dovranno abituarsi all’idea. I nostri conterranei che risiedono da anni nella penisola ormai ci sono già abituati e non potrebbero stare senza. E’ proprio questo il problema, scombussolare le abitudini. I sardi sono molto abitudinari, vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca, cioè avere servizi, pagare meno, stare bene senza doversi sforzare per niente, e senza avere scossoni e disagi. Se vivessimo a Roma tutta cantierata per la costruzione delle nuove linee della metro cosa direbbero??? Ah…a proposito..anche la linea metropolitana è una servitù??? saluti

    • Anch’io prendo atto del fatto che il sig. Scano sia contro il Galsi, lo dimostra citando per l’ennesima volta, tutta una serie di situazioni false che puntualmente vengono sciorinate per confondere ancor più quelli che già sono confusi in partenza. Ogni 7 chilometri ci sarà un punto PIDI, cioè un punto di allaccio ad una diramazione atta a servire altri comuni, non una stazione di decompressione. Come già detto da lei, Sig. Aresti, il condotto funzionerà bi-direzionalmente, quindi quand’anche dovesse terminare la fornitura algerina, arriverebbe in Sardegna quella russa che già serve l’intera penisola italiana, o qualsiasi altra.
      Saluti.

  2. si noi sardi siamo abitudinari…..ma sapiamo rimboccarci le maniche,anche se ora c’è un pò di sonnolenza,speriamo d’aver a disposizione una buona scorta di caffè!!
    certo i nostri politici (sinistra o destra)conquistata la poltrona gl’interessi dell’isola gli difendono poco,e non da oggi…………

    altrimenti “subendo i danni” delle raffinerie,come risarcimento siamo costretti a pagare la benzina,
    PIù CARA dei frontalieri,il gas PIù CARO della penisola,e non è solo ora con la crisi!!!!!!!!!!!
    quindi l’esproprio sarà parziale….cosa si potrà coltivare nella fascia dei 200 m,forse il grano, che agli agricoltori sardi viene pagato meno di 1 kg di mangime??
    i comuni(noi)dovranno portare il gas nelle case spendendo i nostri soldi,l’allaccio quanto lo dovremmo pagare,ed il gas,la quota fissa??
    dovremmo subire soltanto i danni…..cancro,animali deformi,ed espropri vari soltanto??!!
    ah…è vero che ci saranno posti di lavoro pubblico,retribuiti a norma….assicurati….provate ad informarvi dai lavoratori dei paesi sardi dove il gas città è già arrivato……….!!!!!!!!chi controllerà questo

    quindi chi sà chiarirci questi punti?

  3. COMPLIMENTI a FRANCO SCANO ottima impressione totalmente personale e commento giornalisticamente a senso unico su quanto si è discusso sul progetto galsi nella sede del CENTROSINISTRA organizzato dal PD. peccato per tutti i lettori di VILLACDRO INFO che tale cronaca non sia stata per lo stesso argomento!!!! anzi contro il progetto galsi!!!! nell’assemblea organizzata da PROGETTO COMUNE il 23 12 2011. per essere un pò meno faziosi è un pò più credibili, sig SCANO e compani dovrebbero essere un pochino più coerenti, il bello dell’ITALIA che ognuno è libero d’esprimere le proprie opinioni. ciao e BUON METANO a tutti .

  4. Penso che nei punti d’allaccio debba esserci qualche sistema che regoli la pressione del gas immesso nelle diramazioni,come avviene attraverso i regolatori di pressione piazzati negli allacci delle condotte idriche:per un tubo dal diametro di cm 120 ci vorrebbe quindi un grande regolatore con relativo alloggio. Comunque non sono un esperto del tubo e chiedo se questo meccanismo (qualora ci fosse) prende il nome di stazione di decompressione?
    Mi pare essenziale capire questo particolare per stabilire se quanto dice il Sig. Scano sia falso o se le critiche fatte in proposito sono gratuite.

  5. @Alessandra Porru “I sardi sono molto abitudinari, vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca, cioè avere servizi, pagare meno, stare bene senza doversi sforzare per niente, e senza avere scossoni e disagi.” STUPRARE LA SARDEGNA CON UN SISTEMA DI TUBAZIONE non è un sacrificio accettabile per un servizio che non vogliamo!

    ahi ahi…e pensare che potremmo essere un’ISOLA ENERGETICA! basterebbe il fotovoltaico in ogni casa.IN OGNI CASA! e una rete di micro eolico in ogni quartiere. IN OGNI QUARTIERE! Questo sarebbe il giusto sacrificio per L’INDIPENDENZA ENERGETICA!

      • Dai moti ondosi attorno alla Sardegna. FANATICO DEL GAS! e non dirmi “se un giorno non ci saranno? PERCHE’ NON E’ POSSIBILE.
        Aspettavo proprio te che in un commento hai scritto “Il miglior metodo per avere energia senza inquinamento è il nucleare.” ma ti rendi conto di ciò che dici?

        Il problema è semplicemente saper sfruttare al meglio l’energia naturale INFINITA.

        NON SAI NEMMENO QUANTO SIA PERICOLOSO UN TUBO DI GAS CHE TI PASSA SOTTO I PIEDI.

        Sarò un fanatico, un utopista, chiamami come vuoi, ma almeno io non voglio rischiare un domani di veder esploso il gasdotto o vedere la popolazione sarda evacuata per radioattività.

        In una delle tue notti senza luce preferirei farmi una nottata a lume di candela (confluendo l’energia alle sole attività necessarie) con due coperte in più e magari in una bella casa di mattoni crudi con coibetazione naturale.
        SVEGLIAAA, QUESTA E’ L’EVOLUZIONE. QUESTO E’ RITORNO AL FUTURO!!

  6. a proposito di reversibilità di flusso del gas, c’è per caso qualcuno che ci spiega quale ,se c’è, compatibilità esiste tra le reti per aria propanata e reti per metano?? o il nostro comune avrà una delle due perchè ormai la famiglia, allargata si intende, ha già firmato per una ed ora caldeggia anche l’altra??

    • allora rispondo alla differenza dei tubi di aria propanata hanno uno spessore diverso ed una composizione di metalli differenti infatti i tubi per il metano hanno una composizione di acciai al molibdeno detto acciaio freddo mentre i tubi per aria propanata sono di normale acciaio al carbonio per la semplice ragione che il metano ha bisogno di di piu presione quindi a mio parere le tubazioni gia esistenti per l aria propanata non sono adatte per il metano io ho fatto sempre il saldatore quindi ne ho costruito

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    Cito da Tiscali, e mi chiedo: perchè non si citano mai le statistiche di incidenti?? non certo perche non cene sono….
    Non credo di volere un tubo Bangalore(vedi wikipedia) sotto il c…..

    • @Capron3, ok allora che facciamo mettiamo in discussione anche le bombole? Quanti incidenti gravi sono provocati ogni anno in giro per la Sardegna e nel resto d’Italia da fughe di gas?!?
      Io prima di sparare sentenze sull’opportunità o meno di questa metanizzazione vorrei informarmi bene (e NON tramite il resoconto parziale e soggettivo di una persona che ha assistito a un’assemblea comunale): fatelo anche voi, poi ci ritroviamo qui. Ma copiare-incollare il primo caso di cronaca nera dovuto al metano, non è una tesi valida contro la metanizzazione.

  8. Se qualunquismo significa pontificare in astratto, da che pulpito!
    Ci vuol coraggio a paragonare la esplosione di una bombola alla strage di Viareggio! perchè queste sono le proporzioni delle condotte interessate,
    Mi pare di sentire un ragionamento del tipo: visto che un kilo di dinamite ci può uccidere, tanto vale sedersi su una tonnellata! Avrei capito che qualcuno avesse ricordato I 34 MORTI (e mai pagati!) della strage di Viareggio…
    Ma citare casi di cronaca è qualunquismo!! VAI a dirlo ai superstiti!!!!

  9. La sicurezza non mi pare l’unico motivo per il quale molti si schierano per un no, credo invece che si esageri quando si arrivi alle due estreme visioni del problema: da un lato, un incondizionato e acritico accoglimento del progetto, presentato essenzialmente in modo propagandistico, dall’altro, un incondizionato no alla realizzazione, non sempre frutto di un autentica analisi, che comunque viene di fatto ostacolata nel momento in cui la comunicazione viene fatta in modo estremamente parziale e tardivamente. Al pari del legittimo e reale problema dell’impatto ambientale che comporterà l’opera e la rete di distribuzione (che a mio parere doveva essere affrontato in un’unica soluzione), il problema sicurezza non è un fattore secondario e deve essere masso in conto nella valutazione dei pro ed i contro (non penso possa essere visto come qualunquismo, anzi..) e quindi nelle considerazioni che giustifichino la necessità dell’opera o quanto meno la scelta del tracciato, che invece è stato imposto senza un confronto in fase di progettazione. Il coinvolgimento della popolazione nelle scelte richiede un confronto aperto e non è una perdita di tempo, quanto lo è invece un’assemblea dove si vorrebbe che nessuno contestasse le scelte già fatte da pochi. Il Comune di Regio Emilia ha emanato una direttiva per le procedure e la gestione dei processi partecipativi ed altre regioni e comuni hanno messo in campo delle azioni che interessano opere pubbliche, servizi e perfino bilanci comunali. Emblematico è il caso di Genova riguardo il tracciato dell’autostrada: in seguito alle proposte dei cittadini, accolte dai progettisti attraverso dibattiti pubblici, il tracciato definitivo non corrisponde a nessuna delle cinque ipotesi presentate nei primi dibattiti e cosa rilevante, si è sottoscritto un accordo affinché gli abitanti che perderanno l’abitazione dovranno essere risarciti in base al valore di mercato dell’immobile e non con un semplice indennizzo di esproprio inizialmente prospettato. Chi meglio dei cittadini conosce il proprio territorio e le esigenze? Chi meglio dei cittadini può dare validi consigli o sollevare interrogativi? (non sempre banali e spesso scomodi per chi non vuole intralci). Eppure si assiste al continuo tentativo di reprimere ogni segno di dissenso, che invece dovrebbe animare una seria discussione e favorire la ricerca di una migliore soluzione da un punto di vista tecnico, sociale ed economico. Il tracciato del gasdotto è stato presentato una volta ultimato (con un consenso trasversale delle maggiori forze politiche) senza concedere ai cittadini della Sardegna l’opportunità di esprimere il loro parere, e suggerire soluzioni alternative che alla fine potevano anche risultare migliori. Invece, nel modo in cui l’argomento è stato presentato sono stati marginalizzati anche i cittadini favorevoli e potenzialmente favorevoli, che hanno in parte allargato la cerchia degli oppositori, e non hanno avuto la possibilità di suggerire percorsi alternativi con minori impatti ambientali e minori rischi (minimizzati ed addiritura negati da troppi sostenitori). I processi partecipativi servono anche a limitare i conflitti che potrebbero divenire di difficile gestione se il gasdotto attraverserà delle aree dove possono sorgere problemi non sviscerati in precedenza, i quali potrebbero alimentare un malcontento tardivo ma che rischia di protrarsi per anni, mettendo a rischio la sicurezza, sicuramente ben studiata nella carta, ma che non contempla errori umani e tanto meno l’eventualità di possibili reazioni di ostilità che potrebbero avere conseguenze devastanti in presenza del gas. Pur avendo le mie idee, non penso sia un crimine essere a favore, e che, anche nell’eventualità della realizzazione, sia comunque meglio avere un opera attuata con il contributo degli abitanti, in quanto uno staff di Ingeneri e tecnici, per quanto bravo e preparato, non può avere la presunzione di conoscere il territorio e le esigenze della popolazione senza avere uno scambio diretto ed aperto con gli abitanti. In una democrazia moderna l’approccio partecipativo dovrebbe diventare la consuetudine ed il vanto della politica e degli amministratori che lavorano realmente per rappresentare gli elettori e non per imporre scelte incondizionate.

    • o meglio scelte molto condizionate, non certo dalla gente a cui dovrebbe essere destinata l’opera, ma, in questo caso, da potenti gruppi di interesse economico che operano in modo non sempre trasparente (vedi le inchieste in cui sono coinvolti).
      A proposito della stragge di Viareggio, anche li fù l’errore umano a detterminae le vitime, anzi gli errori umani furono tanti. Il primo fù proprio la scelta del tracciato dove fare passare dei vagoni pieni di Gas. L’errore umano viene spesso cittato come fosse un’eccezzione, ma l’essere umano è tutt’altro che infallibile e l’errore è potenzialmente presente in tutte le azioni che l’uomo compie. Anche un qualsiasi malfunzionamento o diffeto di una macchina (nel caso di viareggio ha ceduto un vagone) è ricollegabile ad errori di valutazione umana, sia in fase di costruzione che di manutenzione; di fatto restano fuori dall’errore umano solo le catasrofi naturali: terremoti, eruzioni vulcaniche ecc. Non per questo bisogna rifiutare a priori ciò che è potenzialmente pericoloso (sarebbe impossibile, dovremmo anche avere paura dell’abitazione in cui viviamo). L’essere in vita ci mette di per sè in uno stato di costante pericolo, ma non imparare dalle esperienze negative e ancor peggio negarle, porta a valutazioni superficiali, ci fa dimenticare che la migliore arma per limitare i rischi è la prevenzione e ci rende senz’altro molto più vulnerabili.

  10. Io mi faccio due conti e due domande…
    Ok decidono per il GALSI, ma quanti anni (siamo in Italia) ci vogliono per costruirlo? Di quanto lieviterà (siamo sempre in Italia) il costo preventivato iniziale? Quanto potrebbe costare all’utente locale l’allaccio da uno di questi snodi alla proprio comune/abitazione comprensivi dell’impianto domestico?
    Che agevolazioni economiche potremmo avere in virtù della servitura di passaggio? Le stesse della benzina che abbiamo grazie alla Saras? 🙁
    Troppi punti interrogativi, e siccome siamo in Italia, io non mi fido.

    saluti

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