72 titoli per un festival giunto alla sua seconda edizione. 72 proiezioni che hanno decretato come vincitore della sezione “Concorso Internazionale Cortometraggio” “Uncle Bubbles”, corto diretto da Fabrizio Marrocu.
Dal 24 giugno 2011 al 2 luglio 2011 c’è la stata la seconda edizione de “CinemAvvenire Video Festival” presso i locali del Centro Culturale Polivalente CinemAvvenire, nel Viale dello Scalo San Lorenzo 51 a Roma. Un splendida seconda puntata che ha visto 72 cortometraggi selezionati per un festival che intende testimoniare il fermento e la vitalità delle produzioni autarchiche ed indipendenti – italiane e non solo -, capaci spesso di osare ciò che il cinema ufficiale spesso si nega.
“Uncle Bubbles” è un corto realizzato tra Giugno ed Agosto 2010 della durata di 40 minuti circa. Regia, soggetto, sceneggiatura, fotografia e montaggio sono del villacidrese Fabrizio Marrocu (1983).
5 attori protagonisti. 4 sono fratelli, due presentano degli handicap mentali. I 4, a causa di un’eredità, percorreranno momenti di profonda crisi. Il quinto personaggio è il Dottore. Vera star del cast, però, è il mistero che si cela dietro la figura dei due fratelli handicappati e della rabbia incontrollabile dei due restanti. Termina con il sangue, termina in modo inaspettato, nell’oscurità della selvaggia ignoranza umana.
Il corto è interamente recitato in lingua sarda in ceppo linguistico Campidanese e i personaggi si esprimono nella parlata di Villacidro, paese d’origine del regista e degli attori. Il metodo di lavoro usato è un metodo sperimentale frutto di una ricerca sulla creazione filmica avente come perno centrale i principi dell’improvvisazione attoriale e del controllo degli elementi caotici della realtà in rapporto a percorsi narrativi semi-prestabiliti. Gli attori coinvolti sono tutti non-professionisti.
Villacidro.info – 3 luglio 2011 – Fonte: oubliettemagazine
Uncle Bubbles – sub ITA from Lichen Ruber Planus on Vimeo.
Bravissimo Fabrizio
Eccelso!
ottimo! me lo sono già visto 5 volte il corto! complimenti!
Ti aspettiamo per la sesta dunque! 😀
Cosa o come si fa per vederlo?
Ciao Efisio, od aspetti una visione pubblica oppure su c’è il player vimeo. 😀
se ci sono i diritti d’autore non si puo’ pubblicare su youtube:Peccato l’avrei voluto vedere
Lo puoi vedere da Vimeo. 😀
grazie mi do da fare subito
Complimenti Fabrizio,su 72 opere non era facile..
Nuovi stimoli per proseguire
complimmenti FABRIZIO uno stimolo in più per poter proseguire al meglio la tua professione da regista TANTI AUGURI
complimenti …fa venire un po di ansia guardandolo ma emoziona allo setsso tempo , fa capire quanto è dura la realta , ancora tantissimi complimenti 🙂
Molto bello sopratutto per gli argomenti trattati sia interiori che esteriori.
A tratti l’ho trovato molto crudo ma rifflete pienamente situazioni umane a volte trascurate ma facenti parte del vivere umano.
Attori principinati ma piuttosto bravi e capaci.
Sara’ l’inizio di una carriera?
Complimenti a tutti
Pesadandi appu nau pesadindi!Bravo Matteo!
Complimenti davvero al regista e agli attori! Non ho ancora avuto tempo di vedere il corto per intero, ma ho avuto gia’ modo di apprezzare la grande professionalita’ del lavoro svolto. Pensare che certi pseudoregisti ricevono fior di finanziamenti e non sono in grado nemmeno lontanamente di avvicinarsi a questi livelli…
Si dice spesso che il “cidrese” non e’ in grado di apprezzare il lavoro dei propri compaesani… spero che questo atteggiamento venga spazzato via a forza di colpi di talento come questo.
Concordo Spendulo. Concordo.
“Si dice spesso che il “cidrese” non e’ in grado di apprezzare il lavoro dei propri compaesani… spero che questo atteggiamento venga spazzato via a forza di colpi di talento come questo.”
un pò scurrile a dire il vero però….mi è piaciuto da subito! bravi ragazzi!!!
Notevole, emozionante, sorprendente. Mi ha molto colpito.
Grandissimo!
Penso che renda bene l’idea.
La velocità di autodistruzione di una società schizofrenica risulta di gran lunga superiore a quella d’intervento di chi dovrebbe salvarla, Il Medico, che per lo più si è comportato da osservatore ed, anzi, alla fine contribuisce alla distruzione stessa.
Realisticamente quel che resta alla fine sembra essere più terrore che speranza.