Usciamo al centro commerciale?

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Nel centro non c’è nulla che ti spinga a fare una passeggiata, a mangiare un gelato, a fare due chiacchiere.

Le strade sono deserte, molti bar sono chiusi, aperti solo quelli con i soliti 4 uomini annoiati che bevono birra e lo fanno indifferentemente il lunedì, il mercoledì …fino alla domenica. Questo scenario mi fa sentire vecchia, si , perchè solo 10 anni fa era tutto diverso. Ricordo le “vasche ” in via Repubblica, i gruppi di giovani divisi per settori: quelli che costeggiavano il parco, quelli dell’anfiteatro, quelli delle panchine all’interno,  quelli della fermata (detta anche “il puffo” per il suo colore blu), i famosi “tubari” ( seduti sul ponte fatto di tubi di ferro) . Ora non c’è nulla di tutto questo. Possibile che siano tutti emigrati? Possibile che non ci sia più nessuno? La risposta è tristemente intuibile: sono tutti al centro commerciale. E’ diventato il nuovo ritrovo per famiglie e ragazzi che tra un sacchetto della spesa e una spruzzata di profumo sono tutti là. Quando ero “giovane” io la domenica i negozi erano religiosamente chiusi, le persone avevano DIRITTO al loro riposo, ora si lavora sempre… la domenica come il giorno della festa del Santo Patrono, la mattina di Pasquetta come quella di Ferragosto .

Tutto è cambiato, spesso per colpa di un datore di lavoro assetato di soldi o di un sistema marcio che si è mangiato il diritto di una coppia di uscire a passeggio , come quella di un bambino che gioca nel parco con i genitori e gli amichetti. Abbiamo preso il peggio dell’America ( in cui i “Mall”- centri commerciali sono il luogodi ritrovo da moltissimi anni) e l’abbiamo fatto nostro; il guadagno è diventato più importante del riposo e il risultato è quello che stiamo vivendo.
I Centri commerciali poi sono terribilmente uguali… dove vai vai, vedi gli stessi intrattenimenti, gli stessi prodotti, gli stessi scenari.
Questo è , come spesso accade, un problema istituzionale, si uccidono i centri storici per assecondare i potenti del commercio che danno posti di lavoro e tengono i politici per il colletto, a Villacidro come un pò dovunque ormai.
Se questo è “andare avanti” sono fiera di pensarla “all’antica” , spero che mio figlio un giorno possa contare su una presenza più costante di entrambi i genitori , non costretti a turni di lavoro che si mangiano regolarmente i week and e sulla possibilità di passeggiare per le vie del centro della sua città per creare con essa un legame forte e rispettoso, esattamente come me con la mia Villacidro. CLAUDIA ARU

Tratto dal Blog “Sa Matriota Sarda”

Villacidro.info – 27 febbraio 2011

30 COMMENTI

    • bellissime le vasche in Via Repubblica…ho noatalgia del nostro albero!!era bellissimo uscire e incontrarsi con gli amici! la sera era un rito uscire quell’oretta per svagarsi!!altro che la tristezza degli scaffali di un centro commerciale!!si dovrebbero recuperare le cose che ci facevano stare bene…

  1. salve condivido pienamente il pensiero di Claudia,io manco da Villacidro dal 1986
    e ricordo con molta nostalgia l’afflusso di ragazzi e scorribande sulla via Repubblica e soprattutto al parco ,il famoso trenino popolato da “cricche” e varie panchine attorniate da gruppi dove si dialogava.E’ vero il centro commerciale di Sant’Ignazio come tutti i centri commerciali offrono lo svago e il rilassamento dei genitori frustrati dalla settimana di lavoro.Un tempo era piu’ bello e’ piu’ sano………

  2. ..infatti il ponte nel parco non c’era..e non c’era neanche il laghetto e l’anfiteatro…la verità è che le cose sono cambiate da quando si decise di modificare il parco, chiudendolo per molto tempo e interrompendo un rito che era quello di fare la passeggiata in via Repubblica…che nostalgia…:-(

    • E’ una strategia politica e sociale messa in atto ovunque, non solo a villacidro ovviamente. Si svuota il centro dei paesi e della città per delocalizzare i cittadini verso la periferia, dove si trovano i centri commerciali e i cinema (tutti i piccoli cinema sono stati distrutti a vantaggio di quelli delle multinazionali). E’ chiaro o no che le persone sono concepiti dal sistema capitalistico solo ed esclusivamente come consumatori e non come individui?

  3. condivido pienamente il pensiero di claudia…..ho solo 23 anni….pero ricordo che prima non si restava chiusi in casa o in un centro commerciale….ricordo con precisione che per percorrere tutta la via repubblica ci voleva ben 15 minuti….e il parco era davvero sommersa di gente…..che bello vorrei davvero riavere la villacidro di prima…..!!!!!

  4. Credo il Centro commerciale non sia l’unica causa, anzi penso che non lo sia affatto. I giovani mancano da tempo dalle strade di Villacidro in primo luogo perchè ormai i giovani a differenza degli anni passati, ho 50 anni e lo posso affermare con una certa sicurezza, hanno i mezzi per spostarsi e lo fanno regolarmente, Noi avevamo una 500 usata e al massimo si arrivava a San Gavino, poi essendo quasi tutti studenti universitari si hanno parecchi legami con giovani di altri paesi, cosa che prima avveniva di rado, anzi… Inoltre ci metterei anche che manca nel nostro paese una piazza storica, un nucleo che raccolga negozi e persone contemporaneamente, una sorta di cuore pulsante della vita cittadina tipo piazza Sella ad Iglesias, piazza Eleonora a Oristano ecc.

  5. Se si è arrivati a pensare al c.commerciale come luogo di incontro e aggregazione ci sarà più di un motivo, magari non solo necessariamente legato alle contemporanee diffuse pratiche consumistiche. Probabilmente sono poche le alternative che attirano i giovani e i meno giovani; le alternative sono spesso domestiche ed isolanti anzichè socializzanti: TV, computer, giochetti vari. Internet almeno è uno strumento partecipativo, che consente una qualche condivisione. Pensiamo all’automobile, potrebbe essere strumento aggregativo ma è spesso usata dai singoli, è più uno strumento chiuso che aperto. Come un simbolo che si usa per dare una certa rappresentazione di sè vuol comunicare uno stato sociale spesso fasullo. A parte i centri sportivi (ove esistano) e la scuola, se tutto funziona bene, quali sono i centri d’aggregazione? Ho come l’impressione che le occasioni di partecipazione e socializzazione siano più che altro legate a problematiche lavorative e sociali: le riunioni del sindacato, le associazioni di categoria, le problematiche legate ad un dato territorio e così via. Gentile Claudia, è solo una questione di luoghi mancanti o più in generale si tratta di perdita di spontaneità ed entusiasmo da parte soprattutto dei nostri giovani?

    • conoscere le persone, si usciva per conoscere gente, chiacchierare, nascevano coppie, ci si fidanzava in via repubblica piuttosto che in via Roma… adesso il tutto accade su INTERNET! villacidro è il paese più informatizzato del campidano, rendiamoci conto!

      Le motivazioni sono tante, come gia citato in qualche post, nonostante condivida pienamente il pensiero di Claudia, ma il maggior problema dello spopolamento cidrese è dovuto alla mancanza di lavoro e all’inutile speranza di entrare a lavorare dal nostro caro amico DISARIO!

      E’ colpa sua ? è lui che ha fatto il centro commerciale ? uhahua no no ragazzi e vi posso assicurare che la colpa non è sua, nonostante, lo ammetto, non mi sia simpaticissimo, ma il problema è nostro…

      Abito in Lombardia gia da 5/6 anni e qua i centro commerciali sono come funghi, e che sia brutto o bello, sono sempre tutti li dentro… quelle poche volte che son dovuto entrare in un Bennet, piuttosto che in un Esselunga ecc ecc ho trovato tanta di quella gente che mi son sempre chiesto: MA CAVOLO E’ DOMENICA, la gente non ha altro da fare che rinchiudersi ai centri commerciali ??? fa caldo ? vai al parco, fai una passeggiata! c’è il parco groane, c’è il parco a paderno, c’è parco sempione… piglia il treno e goditi milano senza traffico la domenica che vi assicuro è fantastica… ecc ecc potrei andare avanti ore… fa freddo ?? raduna gli amici davanti al camino, un maialetto tanto vino rosso e cazzate a non finire… oppure se nevica vai a sfangarti di neve con figli!

      andare a spender soldi solo per necessità! e molti dicono: c’è crisi! stranamente le strade sono sempre piene di auto/moto che vanno e vengono, chissà dove, e poi si dice che la gente va al centro commerciale si, ma esce a mani vuote… ma se c’è crisi non vai a buttar via gasolio/benza e a inquinare il mondo per andare a vedere se ci sono le offerte della settimana! anche non comprando, hai speso dei soldi! Passeggiare al centro commerciale…
      e le pedonale le hanno fatte per cosa ? per tinteggiarle di rosso con una bici/pedone stirato sul pavimento ?

      dobbiamo cambiare noi non gli imprenditori! diamo più valore a noi stessi, alla famiglia, agli amici, alle inutili/utili passeggiate per il centro..

      Che il nostro caro parco lo abbiamo chiuso c’è un motivo.. e solo per sicurezza non per far andare tutti al centro commerciale, perchè di parco ce n’è anche un altro che sta dietro al cimitero… quindi ci vuole solo gana di camminare… ma ci piace andare in giro in “tempo di crisi” con le nostre audi a4, bmw 320, alfa mito e VW Golf …

      ma fatemi il piacere!

      Comunque, grazie claudia!

  6. Signor Zapata, non sarei così netto e sconcertato per così poco; l’eccessivo consumismo ha determinato e determina una serie di comportamenti legati all’asocialità. La diffusione e l’uso smodato di certa tecnologia domestica fa altrettanto, il che è strettamente collegato al consumismo. Diminuzione di spontaneità ed entusiamo a cosa li vogliamo collegare? Una cosa è dire che “il consumismo non c’entra” un’altra che è una delle cause. Tutto quello che noi scriviamo o diciamo dovrebbe servire a farci riflettere. Se una persona non è sociale significa che si è indebolita, questo indebolimento può avere molteplici radici, tra cui una è, secondo me, quella di cui si parla. E’ solo uno stimolo alla riflessione (anche per me) non una sentenza. I bisogni indotti sono oggi la maggior parte dei bisogni, dato che per vivere basterebbero molte meno cose; lungi da me il ritenere “idiozie” le teorie di Marcuse. Poi, tutto è discutibile.

  7. @Angelo, lo sconcerto mi deriva dal fatto che mi sembra che non si riesca ad uscire dalla questione localistica. Sembra che il mondo inizi e finisca a Villacidro, come se questo paese fosse una realtà a sè stante e non facesse invece parte di una realtà ben più ampia. Il problema dei centri commerciali, e di tutte le implicazioni negative conseguenti, non sono una prerogativa esclusiva dei vilalcidresi, quindi le cause del “perchè” vanno cercate provano a guardarsi intorno. I bisogni indotti non sono un opinione di Marcuse o di altri sociologi, sono un fatto incontrovertibile. La riduzione degli individui a semplici consumatori e usufruitori di servizi sono ugualmente un fatto e non un opinione. Il sostegno che ovunque i centri commerciali e le multisala hanno ricevuto dalle diverse amminsitrazioni comunali (di destra, centro e sinsitra) ci dimostra che il potere di queste strutture è molto grande, tanto più se si pensa che si è radicalizzato poi il pensiero consumistico che tende sempre più a ridurre gli individui a semplici consumatori di beni e servizi. Individui senza capacità di pensare liberamente, che credono di essere liberi ma sono ridotti alla schiavitù senza saperlo. Perchè si va al centor commerciale e non in piazza? Perchè i centri commerciali hanno distrutto le piccole attività e perchè veniamo educati a sentirci qualcuno solo se abbiamo qualcosa e non se siamo qualcosa. Tutti questi fatti sono implicazioni dell’ideologia che oggi impera e tiranneggia tutti: il capitalismo.

    p.s Qualcuno aveva capito in largo anticipo cosa implicasse la civiltà dei consumi:
    http://www.youtube.com/watch?v=e6ki-p1eW2o

  8. Sono d’accordo con Lei sul fatto che si tratta di un fenomeno più generale ed esteso e ci sia bisogno di un’economia più a misura d’uomo. Infatti non mi sono riferito alla sola realtà paesana e non ho affatto riportato alcun episodio particolare o fatto a riguardo. Anche perchè posso dire di conoscere realtà nazionali piuttosto varie sia geograficamente che economicamente parlando. Se per questo si può fare un discorso ancora più esteso, si tratta di un fenomeno mondiale e non solo nazionale. Ogni volta che si esamina un fenomeno penso sia utile interpretarlo e filtrarlo col nostro senso critico e la nostra capacità di analisi, senza ricorrere a schematismi dogmatici di qualunque natura. Il sostegno che le amministrazioni comunali offrono a questo o quello è legato ad un’abitudine della politica italiana che tutti conosciamo. Da qualche altra parte in questo portale, forse qualche settimana fa, sono intervenuto ponendo in testa alle priorità il sostegno alla piccola impresa, nel senso che secondo me un’economia basata su questo tipo di sviluppo servirebbe a creare un tessuto economico e quindi sociale più sano, soldo ed a misura d’uomo, specialmente in una realtà come la nostra. Sicuramente saprà che oggi esistono molte mini o microimprese nelle quali il/i titolare/i si confonde/ono coi pochi dipendenti o con l’unico dipendente e nelle quali quindi non sono consentite affatto disparità economiche, a meno di voler fallire in poco tempo. Per me sono le migliori, più semplici, generatrici di lavoro e benessere sociale che riesco ad immaginare. Naturalmente parlo anche per esperienza diretta. Vede che alla fine non è che io sostenga tesi molto diverse dalle Sue. “I bisogni indotti sono un fatto incontrovertibile”; può darsi ma bisogna ammettere che la paternità di quest’idea non è mia o Sua. Le idee hanno, come le responsabilità, uno o più nomi e cognomi. Da qualche altra parte pochi giorni fa sono intervenuto su questo portale a proposito di idee e proposte; noto con piacere che a qualcosa è servito: alcuni interventi successivi, che non ho potuto ancora leggere tutti, erano in risposta al mio. Vuol dire che cercare di trasmettere le proprie idee serve. Se poi queste idee sono anche condivise da molti allora sviluppiamole nel miglior modo possibile e diamoci da fare per realizzarle. Però continuo a pensare che occorre fare delle proposte concrete, io qualcuna l’ho già fatta. Non vorrei neanche che il dialogo su questa molto ampia questione si risolvesse tra due interlocutori e basta. Buona giornata

    • 1)Mi infastidisce non poco questo dar del LEI. Mi pare che sul web sia doveroso darsi sempre del tu.
      2)La strategia politico-economica capitalsitica è tesa a distruggere la piccola impresa a vantaggio della grande offerta. Un tempo ogni picoclo contadino vendeva il suo olio, i suoi pomodori, ecc. direttamente sull’uscio di casa. Oggi con tutte le norme imposte dall’UE e dagli stati nazionali ciò non è possibile. Nonostante si spaccino queste norme per garantire la salubrità dei prodotti, dietro c’è la sfacciata volontà di distruggere la “piccola offerta”, di modo da relegare la gran parte delle persone ad un ruolo di subordinazione rispetto all’autorità politica ed economica.
      3)Non capisco perchè avere un’idea politica significhi sempre e comunque essere ideologizzati, come se seguire un’ideologia sia il male assoluto e sia necessario invece non avere alcuna idea. Siamo o no in una società capitalistica? Sì, allora non capisco come non si possa dire che il capitalismo è il principale responsabile di determinate situazioni che si vengono a creare a villacidro, in italia e in gran parte del mondo. Ciao

    • Qual è il problema allora? La ragazza del blog fa esplicito riferimento a Muscas, come se questi non si fosse formato in un determinato ambiente sub-culturale (quello nato in un sistema capitalistico, in cui siamo pienamente immersi da qualche secolo) che misura tutto con il denaro, che riduce uomini, natura e altri animali a pura merce e che fa del lavoro un parametro attraverso cui misurare il valore delle persone. Qual è l’altra questione? E’ vero che partendo dal locale si può capire il globale, tuttavia è anche vero che per capire il locale bisogna conoscere il globale.

  9. buonasera innanzitutto ringrazio il signor Angelo,per quanto riguarda il signor Sisinnio si e’ parlato all’inizio della desolazione di Villacidro in determinate aree che prima erano le piu’ gettonate coinvolgendo il centro commerciale come autore del disastro ,senza cercare ne il gestore e quantomeno l’utilizzo della comodita’che esso porta alla popolazione.
    Percio’ il vivere sani senza dover attaccarsi a questi spazi commerciali era solo riportato alla genuinita’ di incontrarsi in un passato ormai dimenticato.
    Comunque il suo discorso signo zapata e abbastanza logico e creativo ,le facccio i miei piu sinceri complimenti per l’opinione scritta.

  10. Oddio questi articoli nostalgici di chissà quale passato da libro cuore mi fanno sempre rabbrividire, ma continuo a chiedermi perché tutto questo accanimento verso il centro commerciale come fosse la ragione di ogni male sociale. Sono felice che alla signora Aru faccia piacere passeggiare per le vie del nostro paese, sperando che tra una vasca in via Repubblica e una sosta al Lavatoio le possa balenare l’idea che senza il centro commerciale tante persone nel nostro paese starebbero a riposo non solo nel week end…

    • Tipiche mistificazioni capitalistiche. Bisognerebbe fare un pò di conti: il dare e avere dei centir commerciali. Danno qualche posto di lavoro? Sì, ma quanti ne hanno tolto, distruggendo i piccoli negozietti, annichilendo i piccoli agricoltori incapaci di far fronte allo strapotere della grande distribuzione. Se un albero minaccia di caderti in testa, non serve a nulla sfoltire un pò i rami. L’albero va sradicato.

      • su una cosa sono d’accordo: bisognerebbe fare i conti prima di parlare. Restando, comunque, su un piano teorico credi che la chiusura di qualche piccolo negozio alimentare possa essere compensata dal fatto che la concorrenza tra grandi supermercati (come quella che è avvenuta negli ultimi anni nel nostro paese, tra i vari ISA, eurospin, pan…) ha l’effetto di abbassare i prezzi per i consumatori? Per quanto riguarda l’agricoltura credo che siamo assolutamente fuori strada: il discorso su un settore che viene tenuto in vita artificialmente dalla ue sin dagli anni 60 non può essere affrontato in maniera così semplicistica. Non è certo colpa del centro commerciale se i piccoli agricoltori se la passano male, è un discorso ben più ampio. Il punto centrale è che colpevolizzare un centro commerciale dello spopolamento di un paese quando dalle varie amministrazioni non vengono i propositi per contrastare il fenomeno, mi sembra quantomeno aggirare il problema. Non capisco neppure tanto bene quali siano le tue proposte pratiche in merito

  11. Faccio i complimenti a Claudia per l’articolo, trovo la sua riflessione molto importante. A mio parere il centro commerciale non è l’unico male nonchè la causa di questo spopolamento del centro storico, è una delle tante. Allo stesso tempo eviterei di difendere a spada tratta il centro commerciale come fosse la nostra unica ancora di salvezza di fronte la crisi economica!
    Concordo pienamente ad esempio in queste frasi: “spero che mio figlio un giorno possa contare su una presenza più costante di entrambi i genitori , non costretti a turni di lavoro che si mangiano regolarmente i week end”
    Anche io lo spero, forse dovremmo tornare un pò all’antica, valutare bene le nostre reali necessità, capire che forse non sempre occorre un lavoro per entrambi i genitori solo per potersi permettere macchine costosissime e cene al ristorante ogni fine settimana se tutto ciò ha come conseguenza togliere tempo prezioso da dedicare ai nostri figli ed alla nostra famiglia!
    Detto ciò, tornando al tema centrale dell’articolo posso dire che negli ultimi anni i ragazzi per così dire “scomparsi” dal parco comunale non si trovano solo al centro commerciale ma anche (potete confermare) nei bar e nelle palestre (almeno per quanto riguarda dal lunedì al venerdì). Sono cambiate le abitudini, i luoghi di socializzazione, sempre seguendo una logica consumistica e dell’apparire.

  12. Tornare ai nostri centri storici? E’ possibile! Cagliari, Alghero, ecc. insegnano. Villacidro dovrebbe trovare la sua strada che non può chiudersi col bloccare il traffico ad ogni costo anche quello di impedire ai residenti di arrivare a casa. Occorre realizzare servizi utili alla socializzazione con i relativi parcheggi e soprattutto raggiungibili a piedi. Le amministrazioni hanno pensato solo a distribuire i servizi alle estremità del territorio senza criterio: centro commerciale a Nord, centro sportivo ad Ovest, ippodromo ad Est e così via. Quando mai ci si incontra……?

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