Buoni spesa: non occorre il Durc degli esercizi commerciali

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Un Paese ostaggio della burocrazia anche nella situazione di emergenza

Il commento di Marco Cerutti

Ormai non c’è speranza. Complicare anche le cose semplici per qualsiasi burocrate di buon senso è ormai la regola, e con questo atteggiamento il Paese non si risolleverà più. Siamo in emergenza e la gente, quella povera, quella che non ha soldi per mangiare, sta arrivando allo stremo, e i burocrati e gli amministratori cosa fanno? Cercano sempre il garbuglio anche quando l’emergenza produce norme che superino vincoli e blocchi operativi. Lo spazio lasciato alla discrezionalità operativa genera complicazioni e vincoli per mettere ancora più in difficoltà chi lo è già. 

Con l’Ordinanza 658 della Protezione Civile Nazionale è stata data l’indicazione su come attuare un intervento immediato ed urgente a chi è rimasto privo di liquidità e a chi si trova nella condizione di chiedere un contributo per “fare la spesa”.

Come può capire anche chi non è un amministratore o un burocrate di professione, l’ordinanza deroga totalmente il codice dei contratti, che, seppure non fosse stato esplicitato, non si dovrebbe applicare anche senza deroga espressa, per il semplice motivo che i comuni non acquisiscono i buoni spesa per un’utilità propria, ma come forma di contributo.

In questo quadro gli esercizi commerciali non sono degli appaltatori, ma soggetti che vengono accreditati come erogatori del contributo in natura, cioè la spesa o i generi di prima necessità. Questo perché i destinatari del contributo (buono spesa) sono invece i cittadini.

Nonostante questo, la reazione spontanea degli amministratori e dei burocrati quale è: “No, non è possibile”, è necessario che ci sia qualche iter da rispettare, un’autocertificazione, un’istanza, una procedura da rispettare, un termine e soprattutto un certificato, e si, il buon vecchio e onnipresente certificato. Che mai manchi. 

Ebbene si “un certificato è per sempre”. Non può mancare in un procedimento amministrativo, e quindi per poterlo espletare cosa occorre? Un bel certificato! Perché un sistema amministrativo malato di burocrazia, anche nelle situazioni di estrema emergenza, anche quando ci sono le deroghe, bisogna ritornare al sistema collaudato e noto sul quale si procede sulla base di “regolare istanza” in “competente bollo”, da sottoscrivere in calce, autocertificando di tutto e di più, riportano articoli che solo per la lettura ed i rimandi ad altre decine di leggi e decreti ci vorrebbe mezza giornata. 

Se il Governo ha avuto il buon senso di derogare, il buon amministratore e burocrate che fa? Chiede il Durc che non è nel codice dei contratti, quindi non previsto.

Il Durc non è dovuto. Il contributo è destinato al nucleo familiare e non all’esercente che è solo un tramite, quindi che facciamo chiediamo il DURC ai tutti i cittadini beneficiari dei buoni spesa?

Ricordiamoci, la discrezione deve essere sempre applicata con il buon senso, è qui che si vede il buon amministratore, e se la situazione è di estrema emergenza, pensateci, non aggiungete burocrazia anche quando non è richiesta, ne va del sostentamento dei cittadini, e queste azioni non fanno altro che allontanarli dalle istituzioni.

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