Villacidro, la lente della Procura sull’area del rio Leni

Salvatore Loru: “Sono vittima della giustizia italiana“. Denunciati tre testimoni per falsa testimonianza.

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SALVATORE LORU NELLA SUA PROPRIETÀ

“Da qui non mi muovo. Devo custodire la mia terra. Non posso permettere che qualcuno arrivi con ruspe e trattori e costruisca strade, volendo far credere che siano sempre esistite”. Inizia così il racconto di Salvatore Loru, 56 anni, allevatore di Villacidro, proprietario di terreni in località Coloru, nella zona del fiume Leni. L’uomo, da circa due mesi, è diventato il custode di quel pezzo di campagna. Vive in una piccola capanna. Si sposta solo per le emergenze. “I giudici mi hanno condannato a ripristinare lo stato dei luoghi.  L’ho fatto. Ho tolto la catena che avevo sistemato all’ingresso della servitù di passaggio pedonale. Ma dal giorno dell’ordinanza c’è una domanda che non mi dà pace: la terra è mia e devo togliere l’ostacolo che impedisce di passare in una strada fantasma. Per essere più precisi, si tratta di uno stradello che arriva sino ad un punto, dove c’è un palo elettrico. Impossibile proseguire oltre per via di una roccia”.  Mentre parla, non nasconde l’amarezza per una vicenda  che definisce “incomprensibile”. “Non c’è altra giustificazione: sono una vittima della giustizia italiana.

I lavori eseguiti abusivamente.

La strada, con quelle dimensioni e con quella lunghezza, non esiste. Qualcuno ha cercato di realizzarla per arrivare nella sua proprietà. Lavori eseguiti in mia assenza. Senza autorizzazioni. Fatto grave, trattandosi di opere in un’area protetta. Che fanno  i giudici? Condannano me. Avrei modificato lo stato dei luoghi. E quelli che hanno utilizzato la ruspa?”. Amareggiato dalle testimonianze di chi ha raccontato ai giudici che la strada lì c’è sempre stata, lancia un appello: “Venite a vedere con i vostri occhi”. Che la strada è pura fantasia, lo confermano i vigili urbani. Dopo il sopralluogo, scrivono: “Uno stradello percorribile a piedi. Non sono presenti segni di passaggio di veicoli, né presenti né datati. Ha tutto l’aspetto di una vecchia strada interpoderale. Procedendo si nota uno sbancamento che, eseguito con mezzo meccanico, ha allargato il percorso sino ad una roccia”. Prove che testimoniano la veridicità del racconto di Loru. “Dal Tribunale è venuta fuori un’altra verità. Lotterò sino a dimostrare che quella strada non c’è e non c’è mai stata. Chi ha tentato di costruirla, si è  arreso. La roccia comanda su tutto”. Un forte attaccamento alla terra, alla difesa della proprietà o semplicemente sete di giustizia?

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