Uranio, “Morto colonello sardo, le vittime diventano 340”

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Oggi la morte di un altro militare sardo vittima delle contaminazioni contratte in servizio.

Continua la strage di Stato ai danni dei militari sardi. Si registra oggi, purtroppo, un nuovo drammatico decesso di un ufficiale impegnato in oltre 20 missioni all’estero e numerose esercitazioni in Sardegna. Il colonnello Claudio Caboni si era rivolto nei mesi scorsi all’osservatorio nazionale per le vittime dell’uranio. Non ha fatto in tempo a vedere riconosciuto il suo grave stato di salute legato secondo tutte le analisi svolte dal militare a chiare contaminazioni contratte nell’esercizio del suo lavoro. Il colonnello lascia la moglie e una figlia. Al cordoglio che esprimo a nome mio personale ai familiari tutti aggiungo la rabbia per non essere ancora riusciti ad abbattere il muro di omertà che continua a proteggere uno Stato che non vuole riconoscere la propria, sempre più evidente, responsabilità in questa strage di militari e civili.”

Lo ha detto poco fa il deputato stato di Mauro Pili appena preso la notizia del decesso del colonnello dell’aeronautica.

“Si tratta della 340ª vittima di una vicenda che lascia esterrefatti per la spregiudicatezza e l’irresponsabilità degli organi dello Stato a tutti livelli, nessuno escluso, che continuano a negare l’evidenza del nesso causale conseguente alle missioni e alle esercitazioni. Il decesso di un uomo con l’esperienza del colonnello Caboni e la sua decisione di affidare a pochi mesi dall’insorgere della malattia la propria situazione ai legali dell’osservatorio conferma l’omertà e i timori che impediscono anche la più trasparente delle libertà, quella della tutela della propria vita”.

“Ho già chiesto alla commissione di inchiesta di acquisire anche questo ennesimo fascicolo affinché niente resti impunito di questa inaccettabile responsabilità dello Stato nei confronti dei civili e militari” ha concluso il deputato di Unidos Mauro Pili.

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