Chiesti 2 milioni di euro a Villacidro.info: “Tentativo di intimidazione” o “giusta pretesa”?

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“Ho ricevuto solo un avviso di garanzia e non mi è stato contestato nessun reato. Il Tribunale di Cagliari deve pronunciarsi sull’annullamento di un atto di transazione, dove l’imprenditore Murgia Piero rinunciò a 3 milioni di euro”. Così dichiara Gianluigi Deidda.

Due milioni di euro è la cifra spropositata che chiede il Gruppo Isa e il suo fondatore, Giovanni Muscas, per una presunta diffamazione a mezzo stampa dopo aver pubblicato due articoli: Fallisce società di trasporti: chiesto risarcimento milionario al Gruppo Isa e Prostituzione, sfruttamento lavoratori e presunto riciclaggio di denaro. Il giornalista Gianluigi Deidda ricevette dallo studio legale degli avvocati Andrea Casu, Nicola Marongiu e Fabrizio Pani, una lettera in cui si richiedeva a gran voce la rimozione dell’articolo e dei suoi commenti, poiché a detta loro è stata “operata una ricostruzione dei rapporti intercorsi tra gli stessi e il signor Piero Murgia, titolare della ditta Piero Murgia trasporti, del tutto destituita di fondamento e basata esclusivamente su una narrazione offerta in via unilaterale dal solo signor Piero Murgia, senza contraddittorio, senza riscontri oggettivi e senza alcuno dei fatti affermati sia stato finora accertato dalle competenti autorità, neppure in via non definitiva”.

“I fatti e i dati riportati nell’articolo contestato sono frutto di un “copia incolla” del sito dell’imprenditore Murgia Piero e da atti depositati presso il Tribunale di Cagliari”, sottolinea Gianluigi Deidda. “Eppure il sito della ditta Murgia Piero Trasporti (www.murgiatrasporti.it), riporta ancora oggi il memoriale dell’imprenditore e nessuno gli ha mai chiesto e/o contestato la rimozione dei contenuti”. Il giornalista ricevette una seconda lettera di contestazione dai legali del Gruppo Isa, con la quale gli venivano contestati altri due articoli: 30 anni al servizio di un amico. Murgia Piero, imprenditore di Villacidro, racconta la sua triste vicenda e Prostituzione, sfruttamento e presunto riciclaggio di denaro e per i quali si chiedeva senza mezzi termini il “risarcimento di due milioni di euro da corrispondersi immediatamente”.

“E’ un affronto al diritto di cronaca e vedo nella richiesta di risarcimento di 2 milioni di euro da parte del Gruppo Isa un atto intimidatorio nei miei confronti e di tutti gli operatori dell’informazione”, afferma Gianluigi Deidda. “Credo che la notizia del fallimento di una ditta e il licenziamento di 40 dipendenti andasse pubblicata e spiegata da chi era parte in causa, poi, non capisco su quale base loro possano richiedere, anche in modo arrogante, una cifra assolutamente spropositata senza che vi sia, tra l’altro, un giudizio in merito da parte della magistratura”.

Una vicenda, quella tra il Gruppo Isa e la ditta Murgia Piero Trasporti che risale all’estate del 2008 e per la quale, secondo Gianluigi Deidda, “è stato dato poco spazio sulla stampa”.

Quando nella lettera ho letto la contestazione dell’articolo Prostituzione, sfruttamento e presunto riciclaggio di denaro sono rimasto sconcertato e ad oggi non capisco il perché il Gruppo Isa si sia riconosciuta in questo articolo, soprattutto se consideriamo che non esistono elementi riconducibili all’azienda, se non la descrizione di reati penali molto gravi”.

Insomma la “diffamazione a mezzo stampa” continua ad alimentare polemiche all’infinito perché quando qualche politico o altro “pezzo grosso” si sente toccato spara querele chiedendo indennizzi spropositati: si tratta di intimidazione verso il giornalista o esistono leggi sulla libertà di informazione che andrebbero riviste? E’ in atto una vera e propria guerra a livello parlamentare per dare il giusto tono al reato di diffamazione a mezzo stampa, molto spesso usato per censurare la libertà di informazione mettendo in atto metodi non molto dissimili da quelli che possiamo definire “mafiosi”.

Gian Paolo Marcialis

Villacidro.info – 5 novembre 2012

21 COMMENTI

  1. Riguardo la lettera citata io e altri a suo tempo la criticammo qui sul blog. Il fatto stesso che non venissero fatti nomi nonostante i riferimenti sembrassero decisamente chiari (siamo a Villacidro, non a Milano) lasciava l’amaro in bocca per la gravita’ degli episodi citati.
    Per il ruolo che vi siete costruiti nella comunita’ villacidrese, cosa di cui andate giustamente fieri, dovreste a mio avviso essere un po’ piu’ selettivi e attenti nella scelta del materiale che pubbicate e dei toni dello stesso. Questo non significa imbavagliare la stampa; se siete sicuri delle vostre fonti citatele e andate avanti con la vostra informazione, ma non si puo’ dare risalto a qualunque diceria di vicinato e pretendere di farlo impunemente.

    Detto questo vi auguro di risolvere positivamente la faccenda, magari con una pubblica lettera di scuse perche’ la vostra presenza e’ e resta una piccola luce nel panorama davvero buio della nostra realta’ locale di questi tempi.

  2. Condivido in parte il tuo commento, ma “lettere di scusa” mi sembra francamente TROPPO! Chi ha i soldi è la necessità di mettere a tacere la stampa, per evitare che si divulghino alcuni fatti, agisce probabilmente in questo modo. La cosa assurda è come mai non si sia mai parlato della perdità di 40 posti di lavoro… Meditate gente, meditate!!!

    • Le scuse io le intendevo in generale, in primis al pubblico per il semplice fatto di aver diffuso informazioni non verificate, e in secondo luogo a chi si e’ sentito accusato. Ricordo che almeno in teoria la giustizia si dovrebbe fare nei tribunali e sulla base di prove, non in piazza sulla base di voci popolari. Prostituzione e riciclaggio di denaro sono parole molto pesanti e si dovrebbe quantomeno prestare la dovuta attenzione nell’usarle.

      D’altra parte se questa faccenda e’ finita cosi’ ai “piani alti” e’ perche’ il blog ha assunto connotati importanti nel panorama di Villacidro e questa e’ una cosa positiva. Confido nella ragionevolezza di ambo le parti per trovare una soluzione che non significhi la chiusura di Villacidro.info; e d’ora in poi maggiore professionalita’ nel gestire il ruolo che vi siete costruiti e che la comunita’ vi affida.

      • Spendulo, nel nostro ordinamento la tutela del segreto professionale viene tradizionalmente fatto risalire all’articolo 622 del Codice penale del 1930 (in vigore), che punisce la rivelazione del segreto professionale. Il divieto di divulgare la fonte della notizia è, invece, un principio giuridico, che ha festeggiato i 40 anni nel 2003. Giornalisti ed editori, in base all’articolo 2 (comma 3) della legge professionale n. 69/1963, sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse. Tale norma consente al giornalista di ricevere notizie, mentre le fonti sono garantite. Anche l’articolo 13 (V comma) della legge sulla privacy (n. 675/1996) tutela il segreto dei giornalisti sulla fonte delle notizie, quando afferma che restano ferme le norme sul segreto professionale degli esercenti la professione di giornalista, limitatamente alla fonte della notizia. La violazione della regola deontologica del segreto sulla fonte fiduciaria comporta responsabilità disciplinare (articolo 48 della legge n. 69/1963).

        • Ok, pero’ nessuno vi ha chiesto di pubblicare le fonti ma solo di verificarle con estrema attenzione prima di pubblicare.
          Se lo avete fatto resta solo l’amarezza per un articolo troppo vago, che non dicendo ne’ chi dice ne’ chi fa non dice di fatto nulla. E questa a mio avviso non e’ ne’ corretta informazione, ne’ informazione tout court.

          Tengo a ricordare ancora che il mio giudizio sull’articolo non si estende a tutto il blog, del quale ritengo quella citata solamente una pagina stonata, e rinnovo il mio augurio di lunga e prosperosa vita a Villacidro.info 😉

  3. Lettere di scuse??Ma non scherziamo!E per cosa dovrebbero scusarsi?Al limite, un giornalista dovrebbe scusarsi di non pubblicare certe notizie, ma non di averne pubblicate alcune!
    Perchè non organizzate un dibattito pubblico, dove affrontate questa vera e propria intimidazione?

  4. quando uno scrive anche senza accusare nell’articolo prostituzione sfruttamento e riciclaggio di denaro uno che lo legge pensa che azienda e questa e l’azienda che si vede fare un allusione simile il minimo che puo fare e a ragione difendersi querelando l’articolo e il giornalista che lo ha scritto.(io sono d’accordo con l’azienda isa x cio che ha chiesto e sono anche a favore x la liberta di stampa ma ci sono modi e modi per fare un articolo )la mente diun giornalista deve essere pura e non pateggiare x nessuno solo alla ricerca della verita.

  5. Cun genti bella doppeisi cumbati.mi dispiace per il signor Deidda ma chi ha i soldi e il signor Muscas quindi questa e una battaglia persa in partenza. Non dico avere due milioni di risarcimento ma qualche migliaia di euro dovranno saltare fuori e magari donati in beneficenza a me ah ah ah.notte a tutti i lettori di villacidro info

  6. Voglio esprimere in merito due citazioni di personaggi molto noti. Una di san Giovanni Bosco che così recita: “Sono i cattivi che devono temere, non i buoni”. L’altra del già Presidente della Repubblica Sandro Pertini: “A brigante, brigante e mezzo!”

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