“I numeri dell’eolico? Una scomoda verità!”

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“Partecipare alla conferenza di servizio del 6 Giugno a S.Gavino tenuta dalla Medio Campidano Eolica è stato a tratti umiliante e offensivo”

I tecnici incaricati dalla società sembravano i primi conquistatori europei che in terra americana incantavano gli aborigeni locali con specchietti e perline di vetro.  I portavoce dell’impresa ci mostravano campi agricoli desolati, canali di bonifica infestati dalle erbacce, raccontavano, mentendo, dei binari ferroviari della zona industriale come di opere private non impiegate da anni e costruite a solo scopo speculativo. Si proponevano di ripristinare qualche canale di bonifica della cui manutenzione dovrebbe invece occuparsi l’apposito consorzio al quale tutti i proprietari terrieri già pagano annualmente le bollette. Facevano capire, senza dirlo a chiare lettere, che col parco eolico tutto sarebbe cambiato in meglio.
Non una simulazione grafica sul risultato estetico del parco è stata mostrata, col chiaro intento di nascondere l’effetto finale dell’opera che la società si vuole apprestare a realizzare.
 Sconcertante è stato l’accanimento dei proprietari terrieri in difesa dell’osso che temevano gli venisse scippato; per non parlare della difesa strenua al progetto da parte degli amministratori del comune di S.Gavino, che con la scusa della crisi e della povertà, dei terreni agricoli oramai devastati e senza valore, giustificavano le concessioni. Solo l’intervento del rappresentante regionale, che ha specificato che l’autorizzazione al parco passa proprio attraverso il dato economico, ci ha consentito di scoprire quanto valgono quegli aerogeneratori da 3MW, alti fino a 170 metri all’apice della pala. È stato allora evidente la ragione del tentativo di occultare o manipolare i dati.

Questi i numeri per ogni aerogeneratore:

  • l’installazione di un aerogeneratore da 3MW, comprese le infrastrutture costa tra i 3 e i 4,5 milioni di euro;
  • il ricavo tra certificati verdi è incentivi è di circa 1.000.000 di euro all’anno, ovvero l’opera si ripaga in quattro, cinque anni e il contratto di fornitura dura 30 anni;
  • al proprietario terriero vanno 6000 euro all’anno, cioè lo 0,6% del ricavato;
  • l’amministrazione comunale percepisce un massimo del 3% sul ricavato, ovvero un massimo di 30.000 euro all’anno;

Lo smantellamento di questi giganti alla scadenza dei 30 anni è garantito da una fidejussione bancaria che, come la miniera di Furtei insegna, non è garanzia di alcunché. Non è prevista poi la demolizione della piattaforma di cemento, il che significa che 127 blocchi di diverse decine di metri cubi ciascuno rimarranno perennemente interrati nel suolo.

La Sardegna già produce energia elettrica in eccesso. Tre cavidotti della potenza complessiva di circa 1300MW la collegano alla penisola per smaltire l’eccesso elettrico prodotto in loco. Nel 2009 la Sardegna ha prodotto oltre 13.150 GWH di corrente a fronte di un consumo di 11.809 GWH.

Se prendiamo in considerazione tutte le richieste di nuove installazioni che inondano le amministrazioni comunali, si capisce come la nostra regione sia diventata una sorta di terra di conquista.
E nel resto dell’Italia i numeri dicono che la potenza installata è superiore ai 100 GW, cioè di gran lunga maggiore di quella richiesta. Dalla relazione annuale pubblicata dal sito della Terna, riportiamo: “..nel luglio 2010 si è per ora raggiunto provvisoriamente un massimo pari a 56,425 GW.” e ancora “..per la copertura del carico massimo nel 2020 si stima adeguato un fabbisogno di generazione disponibile di circa 90 GW.”

In altre parole, l’Italia è autonoma dal punto di vista del fabbisogno sia in termini di potenza installata che di energia producibile nel corso dell’anno. Il black out del 2007 non si dovette alla poca potenza disponibile quanto all’inadeguatezza della rete elettrica italiana. L’Italia acquista energia elettrica dall’estero perché le conviene in quanto le centrali nucleari da cui attinge devono produrre a ritmo constante mentre le termoelettriche possono essere modulate. Quindi di notte, quando i consumi elettrici calano, paesi come la Francia sono costretti a cedere energia a prezzi irrisori. L’Italia può a questo punto ridurre la produzione nazionale e rifornirsi dall’estero a tariffe vantaggiose.

Ne risulta che l’installazione degli impianti di produzione di energia alternativa non ha lo scopo di sostituire gradualmente quelli a combustibili fossili. Infatti non esiste un piano energetico sia nazionale che regionale che lo preveda. Succede quindi che buona parte dell’energia prodotta da fonti energetiche alternative viene immessa inutilmente in rete a solo scopo lucrativo. E da un articolo pubblicato su Il Messaggero del 10.11.2010 a opera di Nino Cirillo, risulta che nel solo 2008 il Governo italiano ha sborsato 1.230 milioni in certificati verdi, pagati grazie all’addizionale sulla bolletta, e che la metà di questa somma è stata spesa per rimborsare un “eccesso di offerta”. E ancora, sempre nel solo 2008 i sussidi erogati sono stati pari a 2,3 miliardi di euro.

Per concludere, ben vengano gli impianti di produzione di energia da fonti alternative, ma la cui realizzazione ricada all’interno di validi piani energetici nazionali, regionali e provinciali, che individuino le reali esigenze elettriche nazionali e le previsioni di consumo future; realizzino una mappa delle produzioni e dei consumi affinché le fonti di produzione siano dislocate quanto più possibile vicine a quelle utilizzo; prevedano un intervento serio di razionalizzazione dei consumi e un piano di razionalizzazione delle rete elettrica nazionale, per evitare perdite nel trasporto elettrico e disfunzioni o black out come quello del 2007; ricorrano alla differenziazione della produzione elettrica attraverso fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermico e biomasse; agevolino la microproduzione in loco e la costruzione di reti intelligenti per la loro gestione a livello cittadino; incentivino l’efficienza energetica negli edifici, nelle industrie e nei trasporti; avviino la graduale sostituzione delle centrali a combustibile fossile con quelle a energia alternativa.

Ricordiamo che in Sardegna ci sono tre centrali termoelettriche e per nessuna è previsto un ridimensionamento o sostituzione: Macchiareddu che grazie alla voce “derivati” sfrutta gli incentivi per bruciare scarti di lavorazione del petrolio per cui dovrebbe pagare ingenti costi di smaltimento, Portovesme, per la quale da oltre un decennio si sta portando avanti un progetto di potenziamento dell’impianto per bruciare il carbone sardo e Portotorres.

L’eolico in Sardegna può rappresentare una fonte di risanamento e rilancio economico oltreché sociale, in quanto i benefici economici derivanti dalla produzione energetica possono essere reinvestiti per favorire il recupero delle attività economiche tradizionali, il finanziamento delle scuole e della ricerca, il recupero ambientale del territorio.

Il vento, come il sole, l’acqua e l’aria non possono essere oggetto di speculazione privata. La gestione delle risorse va regolamentata e, soprattutto, va fatta secondo una logica di sfruttamento razionale e rispetto ambientale. L’evoluzione tecnologica e la crescita economica devono servire ad alleggerire il carico di lavoro a favore di una maggiore disponibilità di tempo libero per l’individuo e le sue attività sociali. La qualità della vita intesa come tempo libero da dedicare a se stessi e agli altri, le garanzie sociali rappresentate dai diritti al lavoro, alla sanità, all’istruzione e alla cultura, il senso civico e la coesione sociale devono rappresentare le nostre priorità.

Antonio Muscas

Villacidro.info – 21 giugno 2011

21 COMMENTI

  1. Davvero molto interessante. E’ la prima volta che vedo queste questioni da questo punto di vista. Cosa dobbiamo dire allora del solare: si stanno mettendo pannelli in ogni dove, sottraendo terreno alle colture agricole.

    Se i comuni fossero padroni dei propri impianti eolici sarebbero facilmente autosufficienti energicamente, almeno in gran parte, e la motivazione per produrre sarebbe l’energia stessa e non gli incentivi con essa ottenibili per poi metterla inutilmente in rete.

    Antonio, se si puo’ fare qualcosa in questa direzione facci sapere, leggiamo con molto interesse!

  2. Concordo pienamente, ottimo articolo, si pensi che nel 2009 il Medio Campidano nel 2009 ha consumato 291.800 MWh (dati TERNA, mentre solo l’impianto di Medio Campidao eolica S.r.l potrebbe produrre 350.000 MWh circa…Ma quali sono le idee per far si che si sfrutti la risorsa vento in modo che i profitti derivanti restino nella Comunità?

  3. Non abbiamo bisogno di questo parco eolico,e se proprio dovesse servirci allora dovrebbe essere il nostro comune ad esserne il proprietario,per avitare le speculazioni di aziende nate al solo scopo di “fregarci” con una elemosina che più elemosina non può essere! Dobbiamo essere padroni della nostra terra e non svenderla come abbiamo fatto tantissime volte (la storia a noi non riesce ad insegnare niente???)!!Il nostro comune dovrebbe avere pannelli fotovoltaici su ogni edificio di proprietà,già soltanto in questo modo sarebbe autosufficiente per tutta l’energia che ogni giorno e notte si sfrutta per la pubblica utilità!
    Teniamo fuori questi sciacalli e cerchiamo di far capire agli agricoltori che quell’osso rosicato che vogliono loro dare non è altro che un obolo senza nessun valore effettivo e siamo uniti in questa battaglia,perchè prevedo che battaglia sarà!Io ci sono!!!!

  4. Faccio i miei complimenti ad Antonio Muscas per l’articolo, ma voglio congratularmi con tutti gli aderenti di Progetto Comune, che sono stati sempre presenti alle conferenza di servizio relative al parco eolico. Vi invito a proseguire su questa strada e a restare onesti e trasparenti come state dimostrando.
    Adesso attendo con piacere il giudizio e il voto che vi assegnerà il signor Zilliani.

  5. Bene, vedo che finalmente qualcuno ci invita a riflettere sulla conservazione e valorizzazione delle risorse agricole e sugli impianti per autoconsumo, anzichè sui grandi impianti che servono a pochi e, per giunta, non sostituiscono le centrali esistenti ma le integrano affiancandole(favorendo la filosofia del maggior consumo ad ogni costo).

  6. Dico solo 2 cose e spero che qualche enceffalo sveglio possa capirlo una volta x tutte…Qual’è il problema del genere umano? Trovare i soldi x pagare l’energia di cui ormai è schiavo mentre inquina il pianetta in maniera irreversibbile…il Mare il vento e il sole e tante altre energie rinnovabbili esistono e abbiamo già da parecchi decenni la tecnologia x sfruttarla al meglio senza più inquinare e senza più pagare…oggi,e sopratutto un Sardegna,potevamo abbolire il costo dell’energia x sempre…pensate a tutto il resto che potrebbe avenire dopo…Ho detto già troppo…

    • Di “encefali svegli” ce n’è più di quel che pensi,il problema non è l’eolico in se,in quanto energia pulita,ma la speculazione che c’è dietro!I soldi “muovono” le persone e l’energia molto più del nostro vento a quanto pare!!

        • Perfetto!!! qualcuno che incomincia a parlare di soluzioni diverse….Pochissimi sanno che le piccole calamite che tutti abbiamo negli armadi durano molti anni (dai 200 ai 300) e pertanto non ne vedremo la fine.
          Ci sono già dei modelli di moto che in Giappone funzionano con un motore magnetico ed è spettacolare vedere nei filmati come vengono guidati (su Youtube si trovano i video),per quanto riguarda l’eolico, io sono propenso soprattutto per il micro ed il mini eolico, si dovrebbe incentivare e obbligare le nuove costruzioni (civili e industriali) ad essere indipendenti sia a livello energetico che di acqua sanitaria.
          Esistono sistemi alternativi per fare quasi tutto…esempio io sto cucinando con dei forni solari autocostruiti ecologici al 100% (legno e lana di pecora sarda autoctona tutto incollato con la farina) e la mia bombola dura circa il doppio (4 mesi invece di 2)l’unico problema è il tempo che si allunga a causa della temperatura che non raggiunge i 130 gradi e quindi per fare un risotto mi servono in questi giorni di sole 2 ore, ma non dovendo girare nulla perchè non si attacca lo metto prima di uscire da casa e alle 13 è tuto pronto!!!

          Comunque un grande complimento all’articolo di Antonio Muscas.

          • Questa del risotto in due ore è bellissima!!!complimenti però,perchè è un bel esempio di ecosostenibilità!Io e la mia famiglia abbiamo puntato sul fotovoltaico ma come dici tu anche il mini eolico e il microeolico sono una gran cosa! dovremmo essere tutti autosufficienti e vedi come queste società hanno finito di esistere!inoltre dobbiamo imparare a non sprecare,questo è sacrosanto!!!

    • Per “abolire il costo dell’energia” (che non si può “abolire”, dato che l’energia ha sempre e comunque un costo, forse Lei voleva usare un altro termine) avrebbe più senso lavorare sui piccoli impianti domestici o aziendali, o poco più, coi quali si assicura l’energia necessaria ad ogni singolo utente (che, anzi, ne ha d’avanzo), purchè si lavori sulle superfici (anche secondarie) degli edifici e non sui terreni agricoli. Inoltre si favoriscono le imprese installatrici locali. L’altra cosa fondamentale, di cui sembriamo non tener conto è la necessaria riduzione dei consumi energetici; ma in questo, l’esempio viene dall’alto.

  7. Ho avuto modo di dire anche in altre occasioni quello che realmente penso…. A me danno fastidio, deturpano il Paesaggio e visti i dati se ne può tranquillamente fare a meno… senza contare che comunque sia il Fatto che non smantellino la Piattaforma cementifera è senza ombra di dubbio un’ulteriore schiaffo nei Confronti di TERRA MADRE…… RISPETTIAMO LA TERRA, NON E’ NOSTRA MA DEI NOSTRI NIPOTI….

  8. bravo antonio…. i parchi eolici devono esserci ma non di srl strangiasa che promettono solo le ossa da leccare… hai detto 3 milioni a pala per un introito presunto di 1 milione all’anno…. pensate cosa si potrebbe fare con una compartecipazione di tutta la popolazione locale, una sorta di spa che si costituisce e costruisce l’impianto… con appena 30.000€ a famiglia si potrebbero installare 50 torri con introiti di di circa 50.000.000 per anno….. Vi sembrano troppi 30.000 €? pensate alle aziende che possono bilanciare anche 2-300.000 €, che non esiste solo Villacidro ma anche i comuni limitrofi ecc…

  9. già da alcuni anni mi vede impegnato in questa vertenza, non ultimo l’iniziativa del comitato cittadino ABC ASSOCIAZIONE BENE COMUNE, e tra l’altro ho, abbiamo, formulato studi, relazioni, controproposte tecniche economiche depositate presso il Comune …. scusate, alcuni giorni, poi riprendiamo tutto il discorso e ben vengano nuove persone impegnate, come ANTONIO, per fare fronte comune ….

  10. finalmente qualcuno che riesce a far sapere in modo chiaro, al cittadino poco colto o ignorante ( ignorante nel senso che ignora ciò che stà accadendo ) in torno a noi, questi aguzzini sono venuti quì con una società fallimentare per chiedere contributi e poi sparire come tante altre società fantasma. spero vivamente che la giunta comunale, non dia nessunu tipo di autorizzazione, diversamente bisognia andare in massa a fargli capire che siamo stanchi di essere presi per il culo.

    complimenti Antonio continua così

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