Keller e Portovesme in bilico

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I sindacati chiedono un tavolo regionale per tentare il salvataggio delle due fabbriche in stato di crisi

SANLURI. Un fronte comune, con attivazione di un tavolo regionale per affrontare le vicissitudini in atto da ormai troppo tempo della Keller e della fonderia della Portovesme srl di San Gavino. La proposta è partita dal presidente della Provincia Tocco e dall’assessore alle politiche del lavoro Simona Lobina. Nei giorni scorsi c’è stato un incontro coi sindacati e subito dopo una richiesta di convocazione urgente di un tavolo regionale è stata inviata da Tocco al presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci e agli assessorati competenti e ai vertici dirigenziali delle due aziende.
Sono situazioni diverse quelle della Keller e della Portovesme srl, che però rischiano di diventare convergenti sulla via del tracollo. La fonderia è chiusa da un anno e mezzo e non ci sono segnali di riapertura nonostante l’azienda madre Portovesme srl sembra abbia risolto i problemi energetici. La Keller è potenzialmente in buona salute, ma il piano industriale varato con il sostegno delle banche sarde e della Sfirs è fermo al ministero dello sviluppo economico. Intanto però i lavoratori sono in cassa integrazione e chi è in servizio non riceve regolarmente lo stipendio perchè le casse societarie sono in affanno.
Sulla fonderia si attende invece qualche notizia dall’incontro che dovrebbe tenersi questa mattina all’associazione industriale di Cagliari, dove la dirigenza della Portovesme srl dovrebbe chiarire i progetti dello stabilimento di San Gavino. Ma un brutto segnale sarebbe già arrivato ai sindacati: se anche l’attività dovesse riprendere, parte del personale non tornerà in fabbrica perchè ci sarà un taglio dei dipendenti in cassa integrazione. «E’ diventato ormai improrogabile – ha detto il presidente Tocco – trovare soluzioni per queste due realtà industriali, le uniche rimaste in un territorio in ginocchio». (l.on)

Fonte: La Nuova Sardegna – 9 dicembre 2010

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